Infarto e Covid-19, ricerca di Gavino Faa e Luca Saba

venerdì 4 settembre 2020
I professori Luca Saba e Gavino Faa

«Riteniamo che il Sars-Cov-2 possa causare l’infiammazione delle placche aterosclerotiche». Gavino Faa (direttore di Anatomia Patologica del San Giovanni di Dio) e Luca Saba (direttore della Radiologia del Policlinico), tra intuito e competenza. Con un lavoro maturato in pieno lockdown che è piaciuto al board di una delle bibbie del settore, Cardiovascular Diagnosis and Therapy.

Sviluppata tra le fasi 1 e 2, elaborata e rifinita durante la pandemia dagli specialisti dell’Azienda ospedaliera universitaria e dell’ateneo di Cagliari, la ricerca ha avuto per riferimento i dati epidemiologici provenienti dal nord Italia. Numeri e grafici che hanno permesso un’idea clinica rivelatasi pregiata. Pregiata e incoraggiante per il futuro.

I gruppi guidati, tra il Policlinico di Monserrato e il San Giovanni di Dio, dai professori Faa e Saba hanno approfondito un aspetto legato all’aumento degli infarti e delle trombosi nelle aree in cui il Covid-19 ha mostrato un’aggressività e un attecchimento feroce. Lo studio ha colto nel segno. E ha avuto, con il plauso del direttore generale della, Giorgio Sorrentino, e del rettore, Maria Del Zompo, le attenzioni della comunità medica e scientifica su scala internazionale.

A seguire, la lettera e la pubblicazione sulla rivista edita dalla compagnia Ame a Hong Kong. «Abbiamo cercato di dare una giustificazione al dato epidemiologico che, nelle regioni con epidemia di Covid-19, come in Lombardia, ha mostrato un rilevante aumento degli infarti del miocardio e di trombosi cerebrali. Entrambe le patologie sono causate dall'aterosclerosi, a livello delle arterie coronarie, l’infarto del miocardio, e delle arterie carotidi, ovvero lesioni trombo-emboliche del cervello»,spiega Gavino Faa, ordinario di anatomopatologia e già preside della facoltà di Medicina dell’Università del capoluogo. L'ipotesi sostenuta nel nostro articolo è che il Sars-Cov-2 possa causare l'infiammazione delle placche aterosclerotiche, trasformando una placca stabile in una placca vulnerabile, con conseguenze gravi sulla salute. 

«Un’ipotesi originale in quanto collega un'infezione virale a una malattia cronica degenerativa, prima causa di morte nella razza umana», aggiunge Luca Saba, direttore della Radiologia del Policlinico “Duilio Casula”. La ricerca apre scenari di forte interesse. E catalizza interlocuzioni scientifiche indispensabili per curare e assistere al meglio i cittadini. Con pertinenze disciplinari diverse e affini al tempo stesso, il gol dei ricercatori dell’ateneo e dell’Aou è frutto di un mix noto a quanti spaziano tra corsie e reparti d’ospedale, laboratori e aule universitarie: lavoro, passione e ancora lavoro. In sostanza, un tassello di pregio per la scuola medica cagliaritana. Allo studio ancora fresco di inchiostro hanno preso parte gli specialisti operanti nei dipartimenti di Radiologia e Patologia. Tra questi, Antonella Balestrieri, Clara Gerosa e Daniela Fanni.

Alla ricerca hanno collaborato anche i ricercatori Max Wintermark (divisione di Neuroradiologia, Stanford University, Usa), Ulf Hedin (dipartimenti Chirurgia vascolare e medicina molecolare, Karolinska University Hospital, Stoccolma, Svezia) e Jasjit S Suri (Stroke diagnosis and Monitoring division, Roseville, Usa).
Mario Frongia

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