Robi, sei e resterai sempre nel nostro cuore

domenica 14 giugno 2015
Roberto Sequi

«Dipende da cosa mi dicono....però non voglio mollare». Il mio smartphone squilla. È un sms di Robi. E, seppure con tristezza, mi strappa un sorriso. Perché lui è così: anche se ha una malattia terribile è un vero sportivo, un vero combattente, un vincente, un campione: lui non molla mai.

Oggi, che non c'è più, ho riguardato più e più volte quel suo sms che conservo gelosamente nel mio smartphone. Perché Roberto Sequi era proprio così: forte anche nelle avversità, deciso nell’andare sino in fondo, vada come vada, dritto alla meta, al risultato. Sportivo in tutto e per tutto: un campione anche di lealtà. Roberto sapeva esattamente che, come nello sport, è la squadra che vince. E l’attaccamento alla maglia, ai compagni di avventura è ciò che rende ancora più raggiungibile ogni risultato. Anche quello che sembra più difficile.

Lui, del resto, un campione lo è stato davvero. Nello sport, nel Cagliari in prima squadra, nelle diverse società in cui ha giocato. Ma anche nella sua professione: un medico attento, un direttore sanitario innamorato del suo lavoro. Ed è grazie a lui e alla squadra di cui lui faceva parte che il Brotzu è diventato un centro d’eccellenza, che il Policlinico a Monserrato ha iniziato  muovere i primi passi per diventare anch’esso punto di riferimento della sanità sarda. Una carriera brillante e che ha lasciato il segno: nelle cose fatte e nelle persone che hanno avuto il privilegio di lavorare e collaborare con lui.

Un campione vero, dunque. Pure nella vita privata. In famiglia e con gli amici. E anche se la malattia questa volta sembra l’abbia spuntata, in realtà è lui a uscire sempre a testa alta e tra gli applausi dei tifosi sugli spalti. Perché i campioni sono così: non mollano mai.
Fabrizio Meloni

torna all'inizio del contenuto