Tiroide, basta esami inutili serve più iodio

venerdì 15 maggio 2015
Tiroide

Percorso diagnostico da affrontare in presenza di fattori di rischio, come dimostrano prestigiose pubblicazioni scientifiche su British Medical Journal, Jama e Cancer, altrimenti causano timori e comportano aumento della spesa sanitaria. L’assunzione di iodio è fondamentale in gravidanza e per lo sviluppo cognitivo del bambino ed è importante, sottolinea l’ISS, continuare a promuovere la iodoprofilassi. In arrivo le prime Linee Guida Mondiali sulle malattie della tiroide in pediatria. Complementare alle raccomandazioni internazionali, oggi è disponibile anche un Decalogo per la prevenzione della carenza iodica e della patologia tiroidea.

“La Settimana Mondiale della Tiroide 2015 è dedicata alla prevenzione delle malattie della tiroide” – illustra il professor Stefano Mariotti, Presidente AIT, Associazione Italiana Tiroide, Ordinario di Endocrinologia e Direttore dell'Unità operativa complessa di endocrinologia dell'Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari – “gran parte della patologia nodulare tiroidea può essere prevenuta con una semplice misura di profilassi: garantire un adeguato contenuto di iodio nella dieta. L’esame ecografico della patologia nodulare già presente nella popolazione porta alla diagnosi di un gran numero di patologie tiroidee minori che solo in piccola parte, se non diagnosticate, determinano conseguenze clinicamente rilevanti. Aspetti negativi dello screening indiscriminato: causare preoccupazioni inutili e accrescere la spesa sanitaria”.

Eccesso di diagnosi e prevenzione
“In campo tiroideo” – continua il professor Paolo Vitti, Ordinario Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, Direttore Unità Operativa di Endocrinologia – “il problema è particolarmente importante per la grande frequenza dei noduli della tiroide. Anche nelle popolazioni non carenti di iodio, la prevalenza dei noduli tiroidei è elevata (soprattutto nel genere femminile) ed aumenta con l’età, per cui circa il 30% delle persone hanno noduli tiroidei rilevabili all’esame ecografico. La diffusione delle ecografie ha quindi portato ad una vera e propria “epidemia” di noduli tiroidei asintomatici e ad un aumento delle richieste di accertamenti diagnostici mediante agoaspirato”. Negli USA e in vari altri paesi, inclusa l’Italia, è stato registrato un aumento di 3 volte negli ultimi 35 anni di casi di carcinoma della tiroide, mentre non vi è stato un aumento dei casi di mortalità legata a questa neoplasia. Nel nostro Centro di Pisa, di riferimento nazionale per le malattie della tiroide, sono state effettuate 39.000 ecografie nel 2013 e 36.500 nel 2014. L’esame di approfondimento dell’ago aspirato è stato eseguito nel 2013 in 7.800 casi e nel 2014 in 7.500. In meno di 400 casi è stato riscontrato un tumore. In conclusione è stata diagnosticata una neoplasia a meno dell’1% dei soggetti sottoposti all’esame ecografico. In realtà le neoplasie sono ancora meno diffuse: le cifre suindicate si riferiscono infatti a pazienti e non alla cittadinanza tutta”. “Un fenomeno analogo è stato osservato anche nelle recenti indagini ecografiche eseguite sulla popolazione esposta al fall-out radioattivo conseguente all’incidente della Centrale Nucleare di Fukushima” – spiega il professor Furio Pacini, Presidente ETA, European Thyroid Association, Ordinario di Endocrinologia e Malattie Metaboliche dell'Università di Siena, Direttore della Struttura Complessa di Endocrinologia dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Senese – “I dati hanno indicato un marcato aumento dell’incidenza percentuale di tumori tiroidei rispetto ai dati storici nella popolazione residente nelle aree contaminate. Una volta che l’indagine è stata estesa anche alle popolazioni non contaminate, si è osservato un analogo incremento”.

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