Colesterolo, nuovi alleati per combatterlo

martedì 30 agosto 2016
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L'ipercolesterolemia è una malattia genetica che colpisce almeno un soggetto ogni trecento quando si tratta della forma eterozigote e di un soggetto ogni trecentomila quando si tratta della forma omozigote. Ma ben presto per chi soffre di questa malattia arriverà un valido aiuto. Si tratta del farmaco che inibisce l'enzima del colesterolo cattivo (PCSK9).

Il principale fattore di rischio è rappresentato dall’alto valore di colesterolo LDL dovuto al gene PCSK9 che modula il numero di recettori che legano l’LDL alla membrana cellulare. Di fronte a questi valori di LDL, la terapia con le statine deve affiancarsi alla terapia detta LDL-aferesi, una sorta di dialisi che richiede elevate spese per la procedura causando inoltre grande disagio al paziente costretto ad effettuarla 1-2 volte a settimana.

Gli inibitori potrebbe portare all’affrancamento dell’afaresi: almeno questro dice lo studio Odyssey Escape, presentato a Roma nell’ambito del congresso della Società Europea di Cardiologia (ESC) e condotto su soggetti affetti da ipercolesterolemia familiare eterozigote (HeFH). I risultati di questo studio, pubblicato anche su European Heart Journal dimostrano che l’aggiunta di alirocumab alla terapia anticolesterolo tradizionale ha prodotto una riduzione dei 50% dei livelli di LDL (contro il 2% del gruppo placebo); in questo modo è stato possibile ridurre il ricorso al trattamento di aferesi del 75%, rispetto al placebo.(Eliana Boi, Simone Deidda)

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