Lebbra, il ruolo del San Giovanni di Dio nella storia della malattia in Sardegna

domenica 26 gennaio 2025
Lebbra, il ruolo del San Giovanni di Dio nella storia della malattia in Sardegna

I primi casi di lebbra in Sardegna sono stati documentati a partire dal 1400. Fu importata dai Fenici e per secoli ha causato un focolaio nell’area dello stagno di Cabras, vicino agli insediamenti della città di Tharros. L’ospedale San Giovanni di Dio, fin dalla sua costruzione nel 1850, ha ospitato i malati di lebbra di tutta la Sardegna che venivano accolti in un padiglione dedicato, nella parte nord del giardino del presidio, attivo fino al 1932.

Durante il periodo della guerra invece i malati venivano accolti presso alcuni locali della vecchia caserma di Is Mirrionis, che divenne il reparto Hanseniani, tuttora operativo.

«Un ruolo fondamentale è stato ricoperto dal professor Alberto Serra – racconta la professoressa Laura Atzori, direttrice della Dermatologia del San Giovanni di Dio - grande studioso di lebbra del 900 e direttore dell’allora clinica dermatologica dell’Università di Cagliari, oggi Dermatologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari». E prosegue: «Per iniziativa del professor Serra, il leprosario del San Giovanni di Dio fu dichiarato "Centro di studio della lepra", conferendo così dignità scientifica a una patologia ancora oggi negletta, sottoposta a un forte stigma da parte della popolazione».

Ancora oggi, a Cagliari, esiste il primo lebbrosario dedicato a San Lazzaro (noto come Lazzaretto) nel borgo di Sant’Elia. «Qui le persone affette dalla malattia venivano esiliate – spiega la professoressa Atzori - allontanate dalla società in quanto al periodo incurabili».

La Malattia di Hansen (questo il nome scientifico) è inserita nella lista delle Malattie Tropicali Neglette (MTN), stilata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. È una malattia causata da un bacillo che si moltiplica molto lentamente nel corpo umano (Mycobacterium leprae). Se non trattata può causare danni progressivi e permanenti alla pelle, ai nervi, agli arti e agli occhi. Le cause principali sono rappresentate dalla mancanza di servizi sanitari e igienici appropriati.

Nonostante sia curabile e i farmaci vengano forniti gratuitamente, è un problema di salute pubblica in vari Paesi del mondo come Africa, Asia e America Latina, dove persistono condizioni socioeconomiche precarie che ne favoriscono la trasmissione. Secondo i dati diffusi proprio dall’OMS nel 2023 sono stati registrati 182.815 casi di lebbra a livello globale, con un aumento del 5% rispetto all’anno precedente.

Il 26 gennaio si celebra la Giornata mondiale con l’obiettivo di combattere lo stigma sociale e l'emarginazione del paziente.

Federica Portoghese

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