Sepsi, la donazione del sangue un gesto fondamentale

venerdì 13 settembre 2024
Sepsi, la donazione del sangue un gesto fondamentale

La sepsi è una risposta infiammatoria acuta dell’organismo che danneggia tessuti e organi, compromettendone il funzionamento. Senza una cura immediata può essere letale. Molti pazienti hanno bisogno di trasfusioni, pertanto donare il sangue resta un gesto solidale fondamentale per salvare vite e aiutare chi è in difficoltà. Disporre di una riserva sicura di sangue è essenziale per la lotta alla malattia.

Sono circa 50 milioni i casi che si verificano ogni anno nel mondo, di cui 700mila solo in Europa. Nel 40% dei casi, la sepsi riguarda bambini di età inferiore ai 5 anni. Secondo i dati del Ministero della Salute, in Italia il tasso di mortalità è aumentato dal 3% all’8% nel corso di questi anni. Globalmente si registra 1 decesso su 5, 11 milioni di morti l’anno, una ogni 2,8 secondi.

Può colpire chiunque abbia contratto un'infezione anche di lieve entità, ma è più frequente nei pazienti con malattie croniche a polmoni, fegato, cuore o con un sistema immunitario indebolito, i bambini di età inferiore a un anno e gli adulti over 60. I pazienti affetti da malattie oncologiche hanno un rischio di sepsi 10 volte maggiore e il 43% di probabilità in più di morire.

I sintomi più comuni nei pazienti affetti da sepsi sono: stanchezza, confusione mentale, incapacità nell’articolare parole, dolori con brividi, febbre e colorito bluastro della pelle. Anche l’assenza del bisogno di urinare per tutto il giorno, la presenza di affanno e fiato corto rappresentano delle avvertenze.

La sepsi necessita di un immediato ricovero in ospedale. La maggior parte dei pazienti che sopravvivono alla malattia tendono a riprendersi del tutto, ma altri possono essere costretti ad affrontare conseguenze a lungo termine. Il recupero può richiedere mesi o, addirittura, anni. Infatti, fino al 50% soffre di conseguenze a lungo termine fisiche e/o psicologiche.

È possibile prevenire la patologia tramite le vaccinazioni ed evitando contaminazioni, soprattutto quelle connesse all’assistenza, mediante la frequente igiene delle mani e le misure di prevenzione e controllo delle infezioni nei luoghi di cura. È però importante ricordare che l’80% dei casi avviene al di fuori degli ospedali.

I termini setticemia e sepsi vengono spesso impiegati come sinonimi. In realtà, il termine setticemia si riferisce all'invasione dei batteri nel sangue, mentre la parola sepsi indica il progressivo danno agli organi causato dalla risposta infiammatoria dell'organismo. Il 13 settembre è la Giornata mondiale per la lotta alla sepsi che rappresenta, non solo una sfida clinica, ma anche un importante problema di salute pubblica. Fondamentale, quindi, sensibilizzare e informare sulla malattia e l’importanza della donazione.

Federica Portoghese

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