Malattie infiammatorie croniche intestinali, in Italia colpite circa 250 mila persone

venerdì 5 aprile 2024
Malattie infiammatorie croniche intestinali, in Italia colpite circa 250 mila persone

Le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI), in Italia colpiscono circa 250mila persone mentre nel mondo sono oltre 7 milioni, con un'incidenza annua stimata intorno ai 10/15 nuovi casi su 100mila abitanti. Tra le più comuni MICI, spiega il professor Massimo Claudio Fantini, direttore di Gastroenterologia del Policlinico Duilio Casula «troviamo la malattia di Crohn, la rettocolite ulcerosa e la colite indeterminata, tutte patologie intestinali croniche ad andamento remittente recidivante che si sviluppano per l’interazione di fattori genetici ed ambientali. Si ipotizza, prosegue lo specialista, «che alla base ci sia una reazione immunitaria non controllata verso agenti esterni, come il microbiota intestinale, ma ad oggi non è stata ancora identificata un’unica causa scatenante».

A seconda del comportamento e della localizzazione della malattia, prosegue il professor Fantini «si possono presentare dolore addominale, diarrea ma anche stipsi in alcuni casi, sangue nelle feci, perdita di peso, febbre o manifestazioni extra-intestinali come: anemia, dolori articolari, manifestazioni cutanee e problemi oculari».

«In presenza di sintomi suggestivi, la diagnosi viene effettuata dal medico specialista mediante un’attenta raccolta e valutazione della storia clinica del paziente - prosegue il direttore della Gastroenterologia - e mediante indagini strumentali come la colonscopia, l’ecografia delle anse intestinali o l’entero-RM».

La terapia prescritta dallo specialista ha lo scopo di controllare il processo infiammatorio, di indurre e mantenere la remissione dei sintomi e favorire il conseguente miglioramento della qualità di vita del paziente. La terapia inoltre riduce la possibilità di riacutizzazioni nel tempo, le ospedalizzazioni e limita la necessità di interventi chirurgici, prevenendo le complicanze a lungo termine come, ad esempio, il cancro del colon-retto.

Oltre alle terapie convenzionali, utilizzate nelle forme lievi e gli immunosoppressori, conclude il professor Massimo Claudio Fantini, «oggi abbiamo a disposizione farmaci biologici e nuove piccole molecole orali con profili di sicurezza via via sempre maggiori. Infine, quando la malattia non risponde alle terapie mediche o in caso di urgenze, come quando si è davanti a colite acuta severa o ad una occlusione intestinale, gli interventi chirurgici come la resezione intestinale o la colectomia si riservano rappresentano l’unica strada percorribile».

 

CL

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