Osteoporosi, tra le forme più frequenti c’è la post menopausale

mercoledì 24 gennaio 2024
Osteoporosi, tra le forme più frequenti c’è la post menopausale

L’osteoporosi in Italia colpisce circa 5milioni di individui, l’80% sono donne in menopausa. Quest’ultima determina una riduzione degli estrogeni e il conseguente mancato freno al riassorbimento osseo, con la derivante tendenza alla malattia.

«Esistono diverse forme di osteoporosi, le più frequenti - spiega il professor Alberto Cauli, direttore di Reumatologia del Policlinico Duilio Casula - sono la post menopausale seguita dalla forma senile e da quelle secondarie ad altre malattie o dall’assunzione di farmaci osteopenizzanti».

«Il metabolismo osseo è modulato da molti fattori – prosegue il professor Cauli - tra i quali gli estrogeni che svolgono un ruolo pro-anabolico in quanto inibiscono il riassorbimento dell’osso». Clinicamente l’osteoporosi post-menopausale si caratterizza per la rapidità nella perdita ossea a livello trabecolare con parziale risparmio dell'osso corticale e per la maggior frequenza di fratture vertebrali e del polso.

La diagnosi della malattia viene formulata tramite l’esame MOC. «La terapia – dice lo specialista del Policlinico- si basa su un adeguato apporto di calcio e vitamina D, e sull’utilizzo di tre categorie di farmaci: antiriassorbitivi (bisfosfonati, SERMs, denosumab), anabolizzanti (teriparatide) e con duplice meccanismo d’azione, il romosozumab. La terapia ormonale sostitutiva nelle donne in post-menopausa deve essere prescritta dal ginecologo, se indicato, in casi specifici».

«Il tessuto osseo è in continuo rinnovamento - conclude il professor Alberto Cauli - grazie alla neoformazione e al riassorbimento mediato da cellule specifiche, che garantiscono l’accrescimento, la riparazione dei microtraumi e delle fratture. Un individuo raggiunge il massimo della massa ossea intorno ai trent’anni e successivamente si osserva un lento e fisiologico depauperamento. L’osteoporosi è una malattia ossea sistemica caratterizzata dalla diminuzione della massa e da un deterioramento della microarchitettura ossea con conseguente aumento del rischio di fratture».

 

CL

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