I vantaggi della chirurgia mini-invasiva

lunedì 6 novembre 2023
I vantaggi della chirurgia mini-invasiva

Nella chirurgia endocrina, degli ultimi anni, è stato dato grande interesse ai trattamenti mini-invasivi, alle nuove tecniche chirurgiche, alle più recenti tecnologie diagnostico-terapeutiche e ai trattamenti personalizzati. «Dove indicati, i trattamenti mini-invasivi e le nuove tecniche chirurgiche possono comportare consistenti benefici per i pazienti - spiega il professor Pietro Giorgio Calò, direttore della Chirurgia generale del Policlinico Duilio Casula e direttore del Dipartimento di Scienze chirurgiche dell’Università degli studi di Cagliari - non solo da un punto di vista estetico ma consentendo anche una più veloce ripresa dall’intervento chirurgico».

Negli ultimi decenni, l’incidenza delle patologie endocrine di interesse chirurgico è in progressivo aumento. Tale fenomeno è dovuto soprattutto ad un aumento esponenziale del rilevamento di noduli tiroidei, dovuto in larga parte all'uso crescente di tecniche di imaging di alta qualità. In conseguenza a ciò, si è registrato un aumento della diagnosi di carcinoma della tiroide, la cui mortalità è tuttavia rimasta relativamente bassa e stabile. In Italia, l’incidenza di questo tumore è passata da circa 6 casi ogni 100.000 abitanti, nel 1992, a circa 14 casi ogni 100.000 abitanti, negli ultimi anni.

«Per quanto riguarda questi tipi di approcci – continua il professor Calò - i più praticati sono la tiroidectomia mini-invasive video-assistite (MIVAT e MIVAP), grande vanto della scuola chirurgica italiana, e la surrenectomia laparoscopica e retroperitoneoscopica. Negli ultimi anni si sono diffusi gli approcci con accesso remoto, quindi lontano dalla sede dell’organo che deve essere asportato, che possono essere usati in chirurgia tiroidea: la tiroidectomia endoscopica trans-orale con approccio vestibolare (TOETVA) e la tiroidectomia trans-ascellare robot-assistita (RATT). Attraverso queste due tecniche chirurgiche, indicate in un ristretto numero di pazienti, ed eseguibili solo in centri di riferimento, è possibile evitare la cicatrice sul collo, nel primo caso usando come accesso chirurgico il cavo orale mentre nel secondo l’ascella».

L’utilizzo di dispositivi a base di ultrasuoni, energia bipolare, ecc, consentono tempi chirurgici ridotti e maggiore sicurezza degli interventi. «L’approccio sul paziente risulta ormai sempre più personalizzato e conservativo – prosegue il professore - nell’ambito della chirurgia tiroidea si riesce sempre più spesso a conservare la metà della tiroide con evidenti benefici sulla qualità di vita dei pazienti e riducendo degenze e complicanze. In casi selezionati, inoltre, è possibile trattare i noduli tiroidei per via percutanea, senza incisioni chirurgiche, con l’utilizzo di radiofrequenze, microonde o laser».

«La cosa più importane - conclude il professor Pietro Giorgio Calò - rimane però affidarsi a professionisti seri e che abbiamo un volume di attività sufficiente ad affrontare in sicurezza quella tipologia di intervento. I risultati sono infatti correlati ad i volumi di attività del centro e del chirurgo ed è per questo che la SIUEC porta avanti un programma di accreditamento dei centri».

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