Psoriasi, in Sardegna si manifesta nel 2-4% della popolazione

domenica 29 ottobre 2023
Psoriasi, in Sardegna si manifesta nel 2-4% della popolazione

La psoriasi è una patologia immuno-mediata cronico-recidivante frequente, in Sardegna si manifesta nel 2-4% delle persone. Il Centro Psoriasi dell’Aou Cagliari, di cui è responsabile la dottoressa Cristina Mugheddu, segue oltre 5mila pazienti, il 10% dei quali necessitano di terapia sistemica. Oltre ai farmaci, soprattutto nell’isola, vengono consigliate cure topiche come la elio-balneoterapia.

«Nel Centro Psoriasi dell’AOU Cagliari dopo la prima visita prenotata mediante il CUP - spiega la professoressa Laura Atzori, direttrice della Dermatologia al San Giovanni di Dio - viene applicata una gestione personalizzata della patologia, affiancata ad un impegno costante nella ricerca, nella partecipazione a trials clinici nazionali ed internazionali».

«La gestione della malattia è diventata sempre più complessa - spiega la professoressa - richiedendo una valutazione completa della situazione del paziente». Alla base della psoriasi vi è una combinazione di fattori genetici e ambientali. Alcuni soggetti sono maggiormente predisposti ad una infiammazione cutanea anomala, che viene aggravata da fattori ambientali esterni scatenanti come: traumi fisici, stress, infezioni streptococciche e farmaci.

Si calcola inoltre, che nel 30% dei pazienti l’infiammazione non è invalidante solo per la cute, ma coinvolge anche le articolazioni incluso un aumentato rischio cardiovascolare. «Nella cura della patologia è centrale il coinvolgimento del paziente, che deve collaborare in prima persona al programma - dice la professoressa Atzori - sapendo che i farmaci sistemici sono utili nelle forme moderato-severe, e che la remissione si mantiene fin tanto che si continua ad assumerli o fino a perdita di efficacia, da cui la necessità di cambiarli in maniera progressiva e oculata, sfruttando anche le terapie topiche, i corretti stili di vita o la elio-balneoterapia, soprattutto in Sardegna».

«In seguito all'approvazione dei primi farmaci biologici, gli inibitori del TNF-alfa – conclude la professoressa Laura Atzori - le cure ad oggi sono più mirate grazie all’individuazione di sempre più specifici bersagli terapeutici, che consentono nelle forme gravi di portare ad una rapida chiarificazione delle caratteristiche placche eritemato-squamose. C’è da dire che l'eccesso di informazione genera talvolta aspettative non realistiche nel paziente perché nonostante i grandi passi avanti fatti fino ad ora, non è stata ancora determinata la causa iniziale della patologia o la cura "definitiva"».

Il 29 ottobre si celebra la Giornata mondiale della psoriasi, un’occasione per aumentare la conoscenza e la consapevolezza sulla patologia, sulle nuove terapie e sull’importanza del corretto percorso di cura.

 

Claudia Lai

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