Mangiare sano per vivere meglio

lunedì 16 ottobre 2023
Giornata mondiale dell'alimentazione 2023

Mangiare bene per vivere meglio, sentiamo spesso questa frase ma quanto influisce ciò che mangiamo per la nostra salute? È quello che abbiamo chiesto alla professoressa Fernanda Velluzzi del Centro obesità del San Giovanni di Dio.

Lo stile di vita influenza in maniera importante lo stato di salute e l’alimentazione è tra i fattori che incidono maggiormente. Numerose evidenze supportano il ruolo positivo che un’alimentazione salutare svolge sul mantenimento del benessere psicofisico, sulla prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili e sulla longevità.

«A tal proposito – spiega la professoressa Fernanda Velluzzi- la letteratura scientifica raccomanda l’aderenza al modello alimentare mediterraneo, un modello tipico delle popolazioni che vivono nei paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo e che seppur caratterizzato da una certa varietà nella specificità degli alimenti, presenta delle caratteristiche comuni che si possono riassumere nell’elevato consumo di alimenti di origine vegetale come frutta, verdura, legumi, cereali integrali, olio extravergine d’oliva, un moderato consumo di pesce e latticini ed un basso consumo di carni soprattutto rosse e in generale di alimenti processati».

L’educazione alimentare rappresenta il primo ed efficace strumento di prevenzione a tutela della salute, tanto come azione quanto come prevenzione.

Vediamo 5 consigli per un modello alimentare sano:
Rispettare il numero e gli orari dei pasti, senza saltare la prima colazione;
Consumare frutta e verdura di stagione e non trascurare la frutta secca e lo yogurt, preferibilmente senza zuccheri aggiunti;
Variare gli alimenti anche nei colori, questi infatti sono dati dalle sostanze ad azione antiossidante, quindi più si variano i colori, più completa è la loro assunzione;
Moderare il consumo di piatti elaborati e ricchi di grassi e ridurre i condimenti. Consumare poco sale e preferire quello iodato;
Bere almeno 1 litro e mezzo di acqua al giorno, moderando il consumo di bevande con zuccheri aggiunti.

«Sebbene sia ampiamente dimostrato – prosegue la professoressa Velluzzi - che l’aderenza alla dieta Mediterranea si accompagni ad una riduzione del rischio di mortalità e al basso sviluppo di malattie metaboliche, cardiovascolari e neoplastiche, lo stile di vita delle popolazioni occidentali si sta progressivamente allontanando da questo modello a favore di altri che privilegiano il consumo di cibi di origine industriale che spesso si associano ad uno stile di vita sedentario e a un alto livello di stress emotivo. Questo fenomeno – conclude la professoressa Fernanda Velluzzi- riguarda soprattutto le persone di età più giovane, bambini e adolescenti, ed in modo particolare quelli che risiedono nei paesi dell’area mediterranea, tra i quali gli ultimi dati epidemiologici hanno registrato i più elevati tassi di sovrappeso e obesità».

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