Vulvodinia, salute riproduttiva e benessere psicologico

venerdì 22 settembre 2023
Vulvodinia, salute riproduttiva e benessere psicologico

Nella vita di ogni giovane donna, in ambito ginecologico, possono esser riscontrate diverse disfunzioni sessuali, ovvero alterazioni delle fasi della risposta sessuale come desiderio, eccitazione e orgasmo. La dottoressa Monica Pilloni, ginecologa del Centro integrato di PMA e diagnostica ostetrico ginecologica del Policlinico Duilio Casula spiega che tra le pazienti del centro «che hanno dai 21 ai 29 anni nell’84% dei casi riferiscono di soffrire di vulvodinia. Ovvero una dispareunia superficiale, il dolore durante il rapporto sessuale che compromette il piacere. Queste problematiche hanno un impatto negativo nel vissuto della donna e della vita di relazione».

«La mia attenzione – prosegue la specialista – nel mio percorso professionale, si è concentrata sulla sessualità offrendo un servizio dedicato a questo tipo di problema che colpisce le persone di sesso femminile. Poiché, la tutela di ogni donna sin dall’infanzia è presa in carico dal ginecologo che ha il dovere di accompagnare il suo sviluppo sessuale».

«La diagnosi formulata dopo la visita ginecologica – continua la dottoressa Pilloni – e con l’aggiunta di un sostegno psicologico, permette di pianificare un percorso terapeutico integrato ai fini di un miglioramento della performance sessuale. Perché, il recupero del benessere psicofisico e nell’ambito della relazione di coppia permette di rispondere al requisito fondamentale della salute riproduttiva».
È importante sapere che in ambito sessuale occorre avere responsabilità e consapevolezza. Secondo gli esperti su un’indagine nelle scuole superiori solo il 23% degli adolescenti si rivolge allo specialista come guida per intraprendere una vita sessuale consapevole e controllata dalla contraccezione.

«Pertanto – continua la ginecologa – una corretta educazione sessuale è il goal per poter pianificare il progetto di una coppia quando viene raggiunta la maturità sessuale e psicofisica supportata da un contesto sociale ed economico adeguato. Il dato più allarmante e sensibile è l’età del primo rapporto equivalente a 14 anni per le ragazze e 13 anni nei ragazzi, dato che suggerisce una maggiore attenzione verso fasce anagrafiche più precoci. Infatti, una campagna dedicata all’educazione sessuale deve essere programmata nelle scuole secondarie per creare un percorso di crescita più consapevole».

L’utilizzo della contraccezione rappresenta maggiore responsabilità nella vita di una donna. Infatti, «essa è il metodo per prevenire gravidanze indesiderate – conclude la dottoressa Monica Pilloni – e l’avvento delle pillole ha permesso di ridurre l’incidenza delle interruzioni volontarie della gravidanza. Esistono metodi contraccettivi diversi che possono essere scelti in funzione del benessere della donna: l’evoluzione delle formulazioni che vantano sicurezza, tollerabilità ed efficacia garantisce alla donna di poter vivere la sessualità liberamente. La contraccezione ha anche un vantaggio terapeutico nel controllo dei disturbi mestruali correlati al ritmo, alla durata e alla sintomatologia ad essa correlata».

 

Martina Cau

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