Linfoma di Hodgkin, nuove terapie contro la malattia

venerdì 15 settembre 2023
Giornata mondiale consapevolezza Linfoma 2023

La ricerca fa passi avanti sulla scoperta di nuove terapie utili ai pazienti affetti da linfoma, più precisamente dal linfoma di Hodgkin. Grazie alla scienza è stato possibile chiarire l’importanza di alcuni aspetti di regolazione del sistema immunitario, come i check-point immunologici, ossia anticorpi che mirano a difendere l’organismo. Son state ricerche utili anche a identificare dei bersagli da utilizzare dal punto di vista terapeutico, per donare una qualità di vita migliore ai pazienti.

Questa malattia si divide in due gruppi: linfoma di Hodgkin, dovuto alla trasformazione dei linfociti B e linfoma non Hodgkin, in cui possono essere coinvolti sia i linfociti B sia i linfociti T. Per quanto riguarda la prima tipologia, la qualità e la durata della vita dei pazienti è cambiata radicalmente, grazie all’immunoterapia. I check-point immunologici hanno consentito di produrre molecole che si legano a recettori sulle cellule e attivano il sistema immunitario per distruggere i linfomi.

Le cure sono una combinazione di modalità terapeutiche che dipendono dalle caratteristiche del paziente, come età e condizioni fisiche e dalle caratteristiche della malattia, ad esempio il tipo istologico, le caratteristiche biologiche e il profilo molecolare. I trattamenti che son stati scoperti e utilizzati in questi anni comprendono: la polichemioterapia, utilizzata in tutti i linfomi e si basa sull’utilizzo di un farmaco o di una combinazione di farmaci somministrati per bocca o per via endovenosa, con l’intento di uccidere le cellule malate.

Altri mezzi sono la terapia bersaglio che si basa sull’uso di farmaci mirati a specifiche alterazioni presenti nelle cellule linfomatose, per bloccare la crescita del tumore. L’immunoterapia, effettuata secondo tre modalità: con l’uso di anticorpi che si legano alle proteine presenti sulle cellule del linfoma provocandone la morte e con anticorpi che attivano i linfociti T normali, mirati a riconoscere e distruggere le cellule di linfoma. La terza procedura che può esser seguita è l’uso delle cellule CAR-T secondo cui si usano linfociti T del paziente, vengono incaricati a riconoscere ed eliminare le cellule malate.

Infine, la radioterapia che prevede la somministrazione di radiazioni ionizzanti, ovvero onde elettromagnetiche che hanno l’obiettivo di fermare l’aumento delle cellule. Possono essere effettuati trattamenti mirati su sedi corporee limitate o, in caso di chemioterapia ad alte dosi seguita da trapianto di midollo osseo, può essere effettuata l’irradiazione di quest’ultimo e del sistema linfatico per favorire l’attecchimento delle cellule trapiantate. Viene eseguito prevalentemente il trapianto autologo di cellule staminali, ovvero un trapianto in cui donatore e ricevente son la stessa persona.

Questa malattia, assieme alle leucemie e al mieloma, sono un gruppo di tumori del sangue che si sviluppa a causa di una serie di cambiamenti genetici dei linfociti che crescono e si accumulano in modo non controllato. Questi sono cellule del sistema immunitario che si occupano di difenderci dai tumori e dalle infezioni.

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