Cicatrici, da evitare sole e fonti di calore

lunedì 21 agosto 2023
Cicatrici, da evitare sole e fonti di calore

Le cicatrici sono il risultato di un processo che solitamente ha una durata che varia dai 4 ai 6 mesi e «per favorire una migliore cicatrizzazione - spiega la professoressa Laura Atzori, direttrice della Dermatologia del San Giovanni di Dio - occorre proteggerle dal sole con creme specifiche, idratarle e fornire sostanze che promuovono la sintesi e la maturazione del collageno, la proteina più abbondante nell’organismo umano».

Secondo la dermatologa del San Giovanni di Dio, «il sole ma anche fonti di calore (come quello generato dal fuoco del fornello) e lo sfregamento sono fattori che riattivano le cicatrici. Con il contatto queste si arrossano e diventano rilevate sul piano cutaneo e quando si infiammano generalmente tendono a pigmentare».

La ferita può esser spontanea o provocata da un bisturi ma la formazione della cicatrice dipende sempre da diversi fattori che vanno dalle caratteristiche individuali o genetiche, alla presenza di malattie come, ad esempio, il diabete o dai farmaci che una persona assume.
La cicatrice inizia il percorso di guarigione quando vediamo la ferita chiusa. Il tessuto finale non è mai perfettamente uguale all’originale, perché la parte abbonda di componente fibrosa e inoltre mancano ghiandole e peli.

In conclusione, la professoressa Atzori sottolinea l’importanza di agevolare la cicatrizzazione. «Per una buona riuscita – aggiunge - dobbiamo proteggere la parte dal sole utilizzando creme che creino una filtro, soprattutto nelle ore diurne, anche se non andiamo al mare e idratare la cicatrice con prodotti nutrienti».

Se le ferite rimangono dolorose, rosse e dure, questo è un sintomo che si sta formando un cheloide, ovvero un’anomala cicatrice di grandi dimensioni e un colore rosso scuro, dunque è necessario rivolgersi al dermatologo per iniziare le cure specifiche.

Martina Cau

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