Artrosi, oltre 3milioni di pazienti colpiti

sabato 17 giugno 2023
Le lesioni degenerative articolari

Le lesioni degenerative articolari sono patologie croniche che colpiscono le articolazioni, ovvero quelle strutture del nostro corpo che collegano fra loro due o più ossa, fornendo stabilità allo scheletro e consentendone il movimento. Quando si verificano patologie infiammatorie che danneggiano la cartilagine e le altre strutture che costituiscono l’articolazione, osso, membrana e liquido sinoviale si determina una progressiva perdita di funzione articolare.

«La più comune e invalidante artropatia degenerativa risulta l’artrosi - spiega il professor Antonio Capone, direttore dell’Ortopedia del Policlinico Duilio Casula – la principale causa di dolore articolare cronico in tutto il mondo con una stima di oltre 3milioni di pazienti affetti. Le altre patologie degenerative articolari sono le artriti infiammatorie tipo artrite reumatoide o artrite psoriasica e la gotta legata ad alti livelli ematici di acido urico».

L’artrosi è caratterizzata da una progressiva erosione della cartilagine articolare che comporta un sovraccarico dell’osso sottostante e l’inizio di un processo infiammatorio.

La causa della malattia può essere genetica in quanto, in soggetti che presentano una predisposizione genetica, la malattia può essere legata ad alterazioni biochimiche e metaboliche della cartilagine su cui agiscono anche fattori ambientali che contribuiscono all’evoluzione della patologia come il sovraccarico biomeccanico e l’obesità. La maggiore incidenza di questa tipologia di artrosi è dopo i 60 anni ed interessa più articolazioni.

Un'altra forma di artrosi – spiega il professore - è quella secondaria a pregresse patologie articolari, a fratture o lesioni capsulo-legamentose che comportano una incongruenza delle superfici articolari e quindi una precoce usura della cartilagine. Questa forma interessa soggetti più giovani con meno di 60 anni e può coinvolgere solo un’articolazione».

L’artrosi può quindi colpire tutte le articolazioni ma le sedi più frequenti sono le mani, la colonna vertebrale, l’anca ed il ginocchio. I sintomi dell’artrosi sono il dolore, la tumefazione e la limitazione funzionale delle articolazioni. Nelle fasi inziali della malattia il dolore è presente solo al movimento e/o al carico per gli arti inferiori come avviene durante la deambulazione. Successivamente il dolore può essere persistente e soprattutto all’inizio del movimento come la rigidità mattutina. Oltre ai segni clinici dell’infiammazione possono manifestarsi negli stadi più avanzati anche segni di deformità delle articolazioni come i noduli alle dita delle mani. L’infiammazione e la progressiva usura dell’articolazione comporta una limitazione nei movimenti con difficoltà nello svolgere le attività quotidiane come vestirsi, salire e scendere le scale, sollevare pesi.

Nel 2020 la Società Americana di Reumatologia ha pubblicato le linee guida nel trattamento dell’artrosi localizzata alle mani, all’anca ed al ginocchio. In base agli studi pubblicati sono stati definiti i trattamenti più efficaci per migliorare la qualità di vita e per rallentare l’evoluzione della patologia.

Risulta fortemente raccomandato un cambiamento dello stile di vita per ottenere una perdita di peso e per svolgere più attività fisica con il fine di migliorare la postura e ridurre il rischio di cadute.

«Un’attività fisica adeguata – spiega lo specialista- comprendente stretching, potenziamento muscolare ed esercizi posturali, contribuisce a mantenere la cartilagine in buona salute, ad aumentare l’ampiezza di movimento dell’articolazione e, soprattutto, a rinforzare la muscolatura circostante in modo che possa assorbire meglio lo sforzo. Le attività fisiche più indicate sono la cyclette e quelle in acqua perché l’acqua riduce lo sforzo dalle articolazioni durante i movimenti.

Un altro trattamento utile per i pazienti che hanno l’artrosi avanzata è l’impiego dei tutori a livello della mano, in particolare per il primo dito, ed a livello del ginocchio. Questi tutori, bloccando il movimento della singola articolazione, riducono il dolore e migliorano la funzione delle altre articolazioni durante le attività quotidiane.

«Secondo i dati della Linea Guida americana risultano meno efficaci la terapia fisica – continua il professore - come termoterapia, ionoforesi, ultrasuoni e la terapia manuale come massaggi e mobilizzazioni passive per rallentare l’evoluzione della patologia artrosica.  La terapia farmacologica ha un ruolo molto importante nel trattamento dell’artrosi. Attualmente abbiamo molti farmaci che possono essere utilizzati per ridurre la sintomatologia e per rallentare il decorso della patologia».

CL

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