Malattie intestinali, più di 250mila persone colpite da colite ulcerosa e morbo di Crohn

martedì 16 maggio 2023
Malattie infiammatorie croniche intestinali

Le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) rappresentano un problema di primaria importanza a livello globale. Ogni anno moltissime persone vengono colpite da queste, e ad oggi non si è ancora trovato un modo per prevenirle. Secondo il Ministero della Salute, in Italia ne sono affette oltre 250mila persone, di cui 4mila nella sola Sardegna, ma si stima che entro il 2030 possano persino raddoppiare. Le fasce d’età più frequente in cui si ha un primo riscontro dell’infiammazione sono fra 15-30 e 35-40 anni.

Caratterizzate da un’infiammazione cronica dell’intestino, le MICI sono divise in colite ulcerosa, che rappresenta il 60% di tutti gli affetti da queste malattie, e morbo di Crohn, comprendente il restante 40%. La colite ulcerosa è caratterizzata da un processo infiammatorio superficiale che riguarda esclusivamente il colon e parte dal retto per estendersi fino al ceco. D’altra parte, il morbo di Crohn interessa il completo tratto intestinale, dalla bocca all’ano, coinvolgendo anche le pareti dell’intestino.

I sintomi delle MICI possono essere gastrointestinali ed extraintestinali. A livello gastrointestinale, i più frequenti sono diarrea cronica con emissione di muco e talora sangue, dolori addominali, vomito, nausea e tenesmo (stimolo di evacuazione non seguito dalla stessa). D’altra parte, i sintomi extraintestinali più riscontrati sono perdita di peso, perdita di appetito, debolezza, febbre e anemia.

Anche se le cause sono ancora sconosciute, si ipotizza che l’infiammazione si sviluppi per un’alterazione del sistema immunitario in soggetti geneticamente predisposti promossa da fattori ambientali come la dieta, il fumo di sigaretta e l’esposizione eccessiva in età infantile a terapie antibiotiche agirebbero deteriorando il rapporto simbiotico tra flora intestinale e individuo ospite.

Ancora poco chiaro è come prevenire le patologie, ma è evidente come abitudini poco sane (sedentarietà, fumo) e una dieta scorretta (molti zuccheri, poche fibre) siano elementi che agiscono negativamente soprattutto sui soggetti predisposti.

Sebbene non esista una cura definitiva per tali patologie, sono oggi disponibili diverse terapie con farmaci immunomodulatori biologici e più recentemente con farmaci orali di nuova generazione, le così dette “piccole molecole”. Nonostante l’ampiamento dell’armamentario terapeutico tuttavia, in alcuni pazienti la progressione del danno intestinale prodotto dall’infiammazione cronica come stenosi, fistole e formazione infezioni intra-addominali, può richiedere l’intervento del chirurgo con l’asportazione del segmento di intestino malato.

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