Il segreto della longevità è costudito dal microbioma

martedì 11 aprile 2023
Il segreto della longevità è costudito dal microbioma

L’elisir di lunga vita non è ancora stato scoperto e probabilmente rimarrà solo una storia sulla quale sognare ma grazie allo studio “Microbioma orale: studio longitudinale nella popolazione antica e recente della comunità Ogliastrina e della Barbagia di Seulo”, portato avanti nel Laboratorio di Biologia Molecolare del San Giovanni di Dio, abbiamo delle informazioni in più per vivere fino a cento anni, o quasi, in buona salute.

I risultati emersi dalla ricerca sono stati resi possibili grazie alle moderne tecnologie presenti nel Laboratorio del San Giovanni di Dio e alla metodica altamente efficiente utilizzata per estrare il DNA dai calcoli dentali risalenti all’800 per scoprire i segreti dei nostri antenati per vivere a lungo e in salute.

Lo studio, condotto dal professor Germano Orrù, la sua squadra e il Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell’Università degli studi di Cagliari, vede anche la partecipazione della Fondazione per la Tutela dell’identità Ogliastrina e della Barbagia di Seulo e della Fondazione ITS Blue Zone.

«L’Ogliastra è un’area molto particolare della Sardegna – spiega il professor Orrù - perché rientra in una delle poche “Blue Zone” individuate in tutto il mondo, ovvero quelle aree geografiche in cui si ritrovano popolazioni eccezionalmente longeve o anziane ancora con uno stato di salute oltre la media. Negli ultimi anni queste regioni hanno attirato l’attenzione dei ricercatori, con la finalità di individuare i fattori associati alla longevità nella speranza di trasferire queste informazioni alla popolazione generale, sviluppando strategie di intervento per promuovere la salute su un’ampia scala».

Lo scopo della ricerca è quello di analizzare il microbioma orale nella popolazione di anziani, centenari e ultracentenari ogliastrini. Il microbioma rappresenta un tessuto microbico presente nel nostro corpo, per esempio nel cavo orale è rappresentato da 10 miliardi di batteri divisi in 800 specie diverse. In particolare si sudia il microbioma e la composizione delle popolazioni microbiche con la finalità di individuare i ceppi batterici peculiari che potrebbero essere correlati con la longevità e con lo stato di salute.

«Da un recente studio di coorte non riferita a blue zone – spiega il professore - è emerso che le variazioni della composizione del microbioma intestinale si possono associare ad un invecchiamento sano o di contro ad una riduzione della sopravvivenza e che riconosce alla dieta un ruolo chiave nella selezione delle specie. Con l’avanzare dell’età la composizione di questa complessa comunità microbica subisce dei cambiamenti ed è stato dimostrato che i microbiomi intestinali mostrano un esaurimento di specie batteriche come "bacteroides" a favore di specie più rare. Sappiamo quindi che il microbioma intestinale è influenzato dal microbioma orale. Questa comunità microbica – prosegue il professor Orrù - si modella in virtù delle sue relazioni con l’ospite, formando biofilm che potenziano, lo stato di salute e che di contro, in disbiosi, contribuiscono ad un’ampia gamma di processi patologici, come ad esempio l’artrite reumatoide, i tumori e il morbo di Alzheimer e lo fanno anche inducendo uno squilibrio nella composizione del microbiota intestinale.

Vi sono pochi studi sulla salute orale dei centenari e proprio per questo è interesse indagare e caratterizzare il microbioma orale con un campione importante e rappresentativo come quello dei nostri centenari sardi ogliastrini.

«La popolazione centenaria sarda infatti - continua il direttore del Laboratorio di Biologia Molecolare - è interessante per l’alta prevalenza di centenari rispetto al rispetto ad altri paesi Europei (16,6 per 100.000 abitanti ri-spetto a 10 per 100.000), per via dell’isolamento genetico e del tasso di immigrazione nullo, nonché per le abitudini di vita che sono rimaste pressoché costanti negli anni ed in particolare in alcune regioni come l’Ogliastra, dove sono ancora forti tradizioni culturali e antropologiche e che rappresenta pertanto l’ambiente ideale per studiare quei tratti associati alla longevità e al successo dell’invecchiamento».

«Un aspetto che sicuramente non è mai stato preso in considerazione nello studio dei centenari – afferma il professore - ma che il nostro gruppo di ricerca ha già affrontato in precedenza in soggetti adulti, ovvero l’evoluzione della popolazione batterica del cavo orale attuale rispetto alla popolazione antica. Confrontando infatti campioni di calcoli dentari provenienti dall’ossario di Villaputzu (risalenti ai primi dell’800) con campioni provenienti da individui attuali della stessa area geografica, è emerso un notevole aumento nei soggetti attuali di specie batteriche correlate con malattie croniche. Questa ricerca è resa possibile – spiega Orrù - perché il nostro laboratorio ha messo a punto una metodica altamente efficiente per estrare il DNA dai calcoli dentari. Il calcolo dentario altro non è che placca calcificata in situ durante la vita dell’ospite e che incorpora il DNA umano e microbico, alimenti e altri materiali preservandoli da alterazioni tafonomiche e ambientali e mantenendoli intatti per millenni».

«In questo contesto – conclude il professore - gli esami morfologici e l’analisi genomica del calcolo possono rivelare come la composizione microbica, la dieta e la salute orale nelle popolazioni storiche differiscano da quelle degli individui attuali, così come in anziani viventi in zone industriali o in blue zone. Il calcolo dentario rappresenta una macchina del tempo capace di raccontare la storia medica di soggetti vissuti anche centinaia di anni fa».

CL

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