Disturbi alimentari, in Italia 8 casi all’anno ogni 100mila persone

mercoledì 15 marzo 2023
Disturbi alimentari, in Italia 8 casi all’anno ogni 100mila persone

Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, come l’anoressia, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating), sono patologie sempre più diffuse, specialmente fra i giovani. Il reparto di Psichiatria dell’Azienda oedaliero-universitaria di Cagliari, diretta dal professor Bernardo Carpiniello, oltre ad essere operativa su condizioni come disturbi della personalità e problematiche di identità di genere conduce anche attività ambulatoriali dedicate ai disturbi del comportamento alimentare attraverso percorsi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione.

Recenti studi epidemiologici internazionali hanno evidenziato un aumento dei casi nel genere femminile di età compresa tra i 12 e i 25 anni. In occidente, perciò anche in Italia, si stima che la prevalenza dell’anoressia sia dello 0.2-0.8%, quello della bulimia di circa il 3%. Inoltre, è accertato lo sviluppo di 4-8 nuovi casi di anoressia per anno su 100mila individui, mentre 9-12 per la bulimia, con un’età di esordio tra i 10 e i 30 anni, e un’età media d’insorgenza di 17 anni.

Ultimamente, è stato rilevato un abbassamento dell’età d’insorgenza di questi disturbi, andando a includere non solo adolescenti ma anche bambini in età prepubere. «La crescente diffusione dei disturbi alimentari, soprattutto a carico delle fasce di popolazioni giovanili – spiega il professor Bernardo Carpiniello – costituisce un motivo di particolare preoccupazione, tenuto conto delle conseguenze, talora drammatiche, di queste patologie per la vita delle persone che ne soffrono».

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, nel 2022 sono state rilevate 108 strutture dedicate alla Cura dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione in tutta Italia, 55 situate al Nord, 18 al Centro e 35 tra Sud e Isole. I professionisti in servizio sono oltre 1099, la maggior parte psicologi, psichiatri o neuropsichiatri infantili, infermieri e dietisti. Questi offrono interventi di tipo psicoterapeutico, psicoeducativo, nutrizionale e riabilitativo, che nell’87% dei casi sono costituiti da terapia ambulatoriale specialistica, nel 59% da terapia ambulatoriale (intensiva, semiresidenziale, day hospital) e nel 22% da riabilitazione intensiva residenziale.

In oltre il 65% delle strutture si contano più di 8947 utenti, dei quali il 90% è di genere femminile, mentre il 10% di genere maschile. Il 58% dei pazienti ha tra i 13 e 25 anni d’età, il 7% ha meno di 12 anni, il 12% tra 26 e 35 anni, l’8% tra 36 e 45 anni. Rispetto alle diagnosi più frequenti, l’anoressia nervosa rappresenta i 36,2% dei casi, la bulimia nervosa il 17,9% e il disturbo di binge eating il 12,4%.

«Il caso dell’anoressia nervosa – prosegue il direttore della Psichiatria - è emblematico. Ad oggi la patologia è gravata da una rilevante mortalità, dovuta sia alle molteplici complicanze fisiche a cui porta l’inedia sia all’aumentato rischio di suicidio, generalmente mediato da una complicanza depressiva. Il rischio di morte delle persone affette da anoressia è cinque volte superiore a quello di persone di pari età non affette dalla malattia».
Sulle problematiche alimentari è importante intervenire precocemente, più in ritardo viene fatta una diagnosi meno probabilità di recupero con successo si hanno. Spesso, è difficile individuare subito un caso patologico, dal momento che i sintomi iniziali sono confondibili con le mode culturali salutiste e di fitness.

La Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, ha lo scopo di sensibilizzare e far riflettere sul tema dei disturbi alimentari, mettendo in primo piano le diverse strategie per affrontare il problema e dare speranza a chi ci combatte contro.

L.M

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