Obesità, al San Giovanni di Dio vince l’approccio multidisciplinare

sabato 4 marzo 2023
Obesità, al San Giovanni di Dio vince l’approccio multidisciplinare

L’obesità rappresenta un grande problema di sanità pubblica. I dati del Report recentemente pubblicato, relativo all’anno 2021, evidenziano che il 46% della popolazione italiana adulta e il 26,3% di quella infantile, presentano un eccesso ponderale considerando complessivamente il sovrappeso e l’obesità. Si registra una prevalenza lievemente superiore nel sesso maschile, mentre l’obesità nella forma più seria, colpisce oltre il 10% della popolazione. In occasione della Giornata mondiale dedicata a questa patologia accendiamo i riflettori sul tema insieme alla professoressa Fernanda Velluzzi, referente del Centro obesità del San Giovanni di Dio e Presidente Regionale Società Italiana Obesità.

Le cause del sovrappeso e dell’obesità sono molteplici e coinvolgono meccanismi complessi, così come sono molteplici le conseguenze sulla salute fisica e psichica delle persone che ne sono affette. «Tuttavia – spiega la professoressa Fernanda Velluzzi - la percezione della gravità di questa condizione è ancora insufficiente e pur trattandosi di una patologia cronica, recidivante, ad elevata prevalenza, è ancora radicata la convinzione, purtroppo anche nel mondo sanitario, che si tratti di un problema legato esclusivamente all’adozione di uno stile di vita scorretto imputabile ad una scarsa volontà degli individui».

Pur esistendo delle differenze territoriali che mostrano una prevalenza maggiore di casi al Sud rispetto al Centro e al Nord, l’incremento si è registrato in tutte le regioni italiane, particolarmente tra le fasce di popolazione con un livello socio-economico e culturale inferiore. «In Sardegna, finora considerata una regione a prevalenza inferiore rispetto alle altre regioni dell’area meridionale-insulare – spiega la Velluzzi - i dati registrati nel 2021, mostrano un incremento del tasso di obesità nella popolazione adulta, anche se i dati relativi all’età evolutiva (3-17 anni) sono ancora inferiori (circa il 23%) sia alle regioni del Sud Italia (33% in media) che alla media nazionale pari ad oltre il 26%».

«È fondamentale implementare la formazione degli operatori- spiega la referente del Centro obesità dell’Aou di Cagliari - con l’inserimento dell’obesità tra le patologie da trattare nei corsi universitari di tutte le professioni sanitarie. Per affrontare questa emergenza sanitaria e sociale è necessario che oltre alle campagne di prevenzione, si crei una rete in ambito sanitario che inizi a livello territoriale con l’individuazione del problema e con i primi interventi sullo stile di vita da parte dei medici di medicina generale. Per i casi più complessi – prosegue la professoressa- non responsivi all’intervento di primo livello e in presenza di complicanze è necessario potersi rivolgere a centri specializzati nel trattamento multidisciplinare con la possibilità di interazione con le diverse branche specialistiche e con i centri di chirurgia bariatrica. Oltre alla multidisciplinarietà, uno degli aspetti più importanti nella gestione dell’obesità consiste nella possibilità di personalizzare il percorso terapeutico, utilizzando il trattamento nutrizionale, motorio, farmacologico o chirurgico più appropriato per ogni paziente».

«Il Centro obesità dell’Azienda ospedaliero - universitaria di Cagliari, nasce nel 2002 - spiega la professoressa Fernanda Velluzzi – e offre un servizio ambulatoriale per la gestione dell’obesità e delle complicanze associate. Viene utilizzato un approccio multidisciplinare integrato di tipo medico-endocrinologico, nutrizionale e motorio con la possibilità di una consulenza e di un supporto psicologico-psichiatrico, di diverse consulenze specialistiche e di un eventuale indirizzo verso un percorso di chirurgia bariatrica».

«Ogni anno, nel Centro al San Giovanni di Dio, si eseguono oltre mille accessi tra prime visite e visite di controllo. I percorsi diagnostico-terapeutici effettuati, sono di tipo individuale e personalizzato - conclude la professoressa – e prevedono una prima e una seconda visita finalizzati all’accertamento diagnostico e all’impostazione del piano terapeutico iniziale. Seguono poi dei controlli successivi generalmente mensili, volti a verificare l’andamento del percorso, il monitoraggio dei parametri clinici, antropometrici, nutrizionali e motori e il raggiungimento degli obiettivi».

 

CL

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