Cardiopatie congenite, colpiti 4mila neonati all’anno in Italia

martedì 14 febbraio 2023
Cardiopatie congenite, colpiti 4mila neonati all’anno in Italia_140223

A soffrire di cardiopatie congenite, in Italia, sono 4mila neonati all’anno. Queste malformazioni dell’apparato cardiovascolare presenti fin dalla nascita possono influenzare la struttura del cuore di un bambino e il modo in cui funziona, con un’incidenza di circa 8-10 casi ogni mille nati. Le cardiopatie sono piuttosto frequenti e rappresentano circa il 40% di tutte le malformazioni neonatali. «Tra le cause delle cardiopatie congenite più importanti – spiega la professoressa Roberta Montisci, direttrice della Cardiologia del Policlinico Duilio Casula – esistono quelle genetiche ereditarie o acquisite, malattie materne preesistenti ad esempio diabete tipo 1 o 2, nonché l’esposizione durante la gravidanza ad infezioni, medicinali assunti, uso di alcol ed il fumo».

La diagnosi precoce è fondamentale al fine di permettere un adeguato counseling familiare, ottimizzare l’assistenza durante il parto e programmare i necessari interventi terapeutici. «Esistono numerosi tipi di cardiopatie congenite – continua la professoressa Montisci – alcune lievi che richiedono solo un’osservazione clinica durante l’accrescimento, sino ai difetti più complessi che mettono a rischio la vita del nascituro o del piccolo paziente se non opportunamente riconosciute e curate rapidamente». Circa l'80% delle cardiopatie congenite si scoprono nel primo anno di vita e il 50% circa nel primo mese. Oggi è possibile formulare una diagnosi prenatale con un semplice ecocardiogramma fetale.

La stragrande maggioranza delle cardiopatie congenite possono essere curate con elevate probabilità di successo tramite interventi di chirurgia convenzionale, emodinamica o la terapia ibrida così da permettere il ripristino di una buona funzione cardiaca. «Il benessere e la cura di questi pazienti – spiega la cardiologa – tuttavia non termina con la cura e l’eventuale correzione chirurgica della malattia durante l’infanzia, ma richiede un continuo controllo medico, psicologico e talvolta chirurgico sino all’età adulta e per tutta la vita. Per questo motivo, e per l’aumento di giovani pazienti con cardiopatia congenita che raggiungono l’età adulta, sono state create delle strutture mediche specializzate multidisciplinari (in ambito cardiologico, internistico, chirurgico, psicologico) che facilitano il passaggio dalla gestione di tipo pediatrico a quello di tipo adulto, “cliniche GUCH”, acronimo inglese di “growing up congenital heart”, cardiopatie congenite diventate adulte. In questo modo – conclude la professoressa Montisci – viene assicurata la cura e l’assistenza più adeguata di questi pazienti per la pianificazione e la gestione di una vita normale, nell’ambito dell’educazione scolastica, l’inserimento nelle attività lavorative e pianificazione di una eventuale gravidanza».

La Giornata mondiale dedicata a questa malattia del cuore ha l’obiettivo di sensibilizzare la comunità sulle problematiche relative alle cardiopatie congenite e alla donazione degli organi. Per questo è necessario promuovere la conoscenza di tutti gli aspetti, a partire dalla possibile prevenzione, la diagnosi precoce e infine il trattamento. Grazie a adeguate strutture sanitarie, al supporto di medici, di cardiologi e di chirurghi specializzati e grazie alle conoscenze e alle possibilità terapeutiche oggi disponibili in centri di eccellenza, quasi il 90% dei neonati con cardiopatie congenite raggiunge l’età adulta.

C.F

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