Alzheimer, in Sardegna oltre 20 mila persone affette da demenza
Le demenze, in particolare la malattia di Alzheimer, rappresentano un grande problema in tutto il mondo. Anche la situazione sarda rimane critica: sono 600 le persone in cura nel reparto di Neurologia del Policlinico Duilio Casula – diretto dal professor Giovanni Defazio – e 20 mila le persone affette da demenza in tutta la regione, di cui oltre il 50% ha la malattia di Alzheimer. Per riflettere sulle problematiche che riguardano le persone affette da questa malattia e le loro famiglie, il 21 settembre si celebra proprio la Giornata Mondiale dell’Alzheimer.
«Le demenze sono in crescente aumento nella popolazione generale – spiega Gianluca Floris, neurologo del Policlinico Duilio Casula – e sono state definite dall’Organizzazione mondiale della sanità “una priorità mondiale di salute pubblica”. La malattia di Alzheimer è la principale forma di deterioramento cognitivo acquisito dell’adulto, comporta un progressivo declino della memoria e delle altre funzioni cognitive, disturbi comportamentali con perdita nel tempo dell’autosufficienza».
Il neurologo dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari spiega che «è l’età il principale fattore di rischio»: si stima che ne sia colpita circa il 5% della popolazione al di sopra dei 65 anni e circa il 20% degli ultra-85enni.
«In Italia – dice ancora Floris – sono attualmente presenti circa 1.100.000 persone con demenza (di cui il 50-60% con Alzheimer, in Sardegna circa 350). Per quanto riguarda la diagnosi e terapia è importante la presa in carico presso i Centri per i Disturbi Cognitivi e le Demenze (CDCD) strutture finalizzate ad una diagnostica accurata e a piani di trattamento farmacologici e non farmacologici individualizzati per il miglioramento della qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie. Un CDCD è attivo nella Neurologia del Policlinico dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari».
«Comunque – conclude l’esperto del Casula – la ricerca è particolarmente fertile in questo campo. Negli ultimi decenni, infatti, vi è stata una progressiva crescita delle conoscenze sulla malattia di Alzheimer, con un netto miglioramento della precisione diagnostica fin da una fase precoce, delle conoscenze sui fattori di rischio ambientali e sui fattori protettivi con concrete possibilità di prevenzione sulla popolazione, delle nuove acquisizioni sulla patogenesi con un ampio numero di sperimentazioni cliniche in corso su nuove terapie risolutive».
MC