Vaiolo delle scimmie, contagi in 12 paesi: coinvolta anche l’Italia

lunedì 23 maggio 2022
vaiolo delle scimmie

Il vaiolo delle scimmie negli ultimi giorni ha fatto parlare di sé per l’improvvisa registrazione di casi fuori dalle zone dove solitamente si contrae questa patologia di tipo virale. Ma vediamo di cosa si tratta.
Il vaiolo delle scimmie o monkeypox è un’infezione causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo ma che largamente si differenzia dal vaiolo stesso per la minore diffusività e gravità.

È diffuso in particolare tra primati e piccoli roditori, prevalentemente in Africa mal’infezione si trasmette dall’animale all’uomo attraverso la saliva ed altri fluidi dell’animale o il contatto diretto con l’animale.

Nell’uomo si presenta con febbre, dolori muscolari, cefalea, linfonodi gonfi, stanchezza e manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole, piccole croste. Si può trasmettere da uomo a uomo attraverso il contatto con fluidi corporei o con le lesioni cutanee. È possibile che le persone che non sono state vaccinate contro il vaiolo (vaccinazione abolita in Italia nel 1981) siano a maggior rischio di infezione con il monkeypox per l’assenza di anticorpi.

L’Istituto Superiore di Sanità riferisce che la malattia si risolve spontaneamente in 1/2 settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche e che possono venir somministrati degli antivirali quando necessario. Rimane la raccomandazione di restare a casa a riposo qualora insorga la febbre e di rivolgersi al medico di fiducia in caso di comparsa di vescicole o altre manifestazioni cutanee.

Ad oggi, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha segnalato, 92 casi confermati di vaiolo delle scimmie e 28 sospetti. Tutti i casi sono provenienti da 12 stati dove la malattia non è endemica, ovvero costantemente presente. Finora non sono stati stabiliti collegamenti di viaggio con le aree dove la malattia è endemica.

«Sulla base delle informazioni attualmente disponibili - dice l’OMS - i casi sono stati identificati principalmente, ma non esclusivamente, tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini».

I paesi in cui si sono registrati i casi registrato i casi sono Australia, Belgio, Canada, Francia, Germania, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti d'America e Italia in un uomo di 32 anni di Arezzo.

Mentre i paesi endemici del vaiolo delle scimmie spiega l'Oms, sono: «Benin, Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Ghana (identificato solo negli animali), Costa d'Avorio, Liberia, Nigeria, Repubblica del Congo e Sierra Leone. Benin e Sud Sudan hanno documentato le importazioni in passato. I paesi dell'Africa centrale che attualmente segnalano casi sono il Camerun e la Nigeria».

La situazione è in continua evoluzione e si prevede che con l’aumento della sorveglianza e dell’informazioni sulla sintomatologia emergano più casi di vaiolo delle scimmie identificati. Le azioni immediate, dice l'Organizzazione mondiale della Sanità «si concentrano sull'informazione di coloro che potrebbero essere più a rischio di infezione con informazioni accurate, al fine di fermare un'ulteriore diffusione. Le attuali prove disponibili suggeriscono che coloro che sono più a rischio sono coloro che hanno avuto uno stretto contatto fisico con qualcuno con il vaiolo delle scimmie, mentre sono sintomatici».

L’OMS sta già lavorando per fornire una guida per proteggere dal contagio da vaiolo delle scimmie le categorie lavorative a rischio come gli operatori sanitari in prima linea e gli addetti alle pulizie.

Come comportamento preventivo, è importante evitare il contatto con persone con febbre e valutare con attenzione, prima di ogni contatto personale stretto o contatto sessuale, la presenza di eventuali manifestazioni cutanee inusuali come vescicole o altre lesioni sulla pelle del partner.

Inoltre, è utile ricordare che questo comportamento è un buon alleato nei nostri confronti per prevenire non solo il vaiolo delle scimmie ma anche altre infezioni sessualmente trasmesse.

CL

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