Epatite acuta nei bambini, cosa sappiamo

giovedì 28 aprile 2022
Epatite acuta nei bambini 2022

Ancora nessuna certezza sulle origini dei casi di epatite acuta nei bambini. Ogni anno negli ospedali ci sono numerosi casi, ma la frequenza delle segnalazioni ha fatto scattare l’allarme prima nel Regno Unito e poi in tutta Europa. L’Oms, per ora, conta 169 casi ufficiali, 17 trapianti e una vittima causati da questa patologia dalle cause ancora sconosciute.

Il paese più colpito è il Regno Unito con 114 casi, mentre in Italia se ne contano 4. I bambini ricoverati avevano tutti o alcuni dei sintomi tipici dell’epatite (ittero, diarrea, vomito e dolore addominale) ma, come riporta il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) nel bollettino del 23 aprile: «non c’è una chiara correlazione tra i casi riportati. Nessun chiaro fattore di rischio epidemiologico è emerso tra i casi, così come nessuna associazione con i viaggi».

L’Istituto superiore di Sanità (Iss) ha preso posizione sulla questione. «Al momento – scrive in una nota informativa sul suo sito istituzionale – non ci sono elementi che suggeriscano una connessione tra la malattia e la vaccinazione, e anzi diverse considerazioni porterebbero ad escluderla».

L’Iss spiega che «nella quasi totalità dei casi in cui si è a conoscenza dello status i bambini colpiti non erano stati vaccinati». Inoltre, «l’ipotesi che sia un adenovirus a causare le epatiti, avanzata da qualche ricercatore, è di per sé improbabile, in quanto questo tipo di virus normalmente non è associato a malattie epatiche. In ogni caso l’adenovirus contenuto nei vaccini a vettore adenovirale anti Sars-Cov-2 utilizzati in alcuni Paesi (in Italia AstraZeneca e Janssen), è geneticamente modificato in modo da non replicare nelle cellule del nostro organismo.

Allo stato attuale delle conoscenze, quindi, non sembrano biologicamente possibili i fenomeni di ricombinazione tra Adenovirus circolanti e ceppo vaccinale.Questi, infatti, presuppongono il rimescolamento di geni tra virus mentre questi si moltiplicano, ma questo non è possibile per il vettore utilizzato per la vaccinazione».

Ora, come afferma il presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp) Paolo Biasci «siamo in una fase in cui sono in corso indagini scientifiche e una attività importante di sorveglianza. I due elementi fondamentali per affrontare un problema emergente»; l’unica cosa che si può fare è aspettare che la scienza faccia il suo corso.


V.A

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