I disturbi alimentari non sono un capriccio, esistono e si possono curare

martedì 15 marzo 2022
Giornata del fiocchetto lilla

Oggi e la Giornata del fiocchetto lilla, ricorrenza arrivata alla sua undicesima edizione, nata per catalizzare l’opinione pubblica sul problema legato ai disturbi alimentari, troppo spesso etichettati come capriccio o vezzo ma che in realtà rappresentano un problema di salute che va riconosciuto e curato adeguatamente.

I disturbi alimentari (DA) sono un gruppo di patologie come: l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata (Dai). Queste patologie sono caratterizzate da un’alterata modalità di alimentazione con conseguenze rilevanti sulla salute. Per anoressia e bulimia nervosa, il rapporto di prevalenza fra genere femminile e maschile è circa 10 a 1 mentre per il disturbo da alimentazione incontrollata il rapporto, femmine/maschi è di 2 a 1.

«Quando si parla di disturbi alimentari - afferma la professoressa Fernanda Velluzzi, del centro obesità del San Giovanni di Dio - è importante considerare il lavoro sinergico di medici specialisti in psichiatria ed endocrinologia, di dietisti/nutrizionisti, psicologi e laureati in scienze motorie». «Il lavoro in team - prosegue la Velluzzi- favorisce l’individuazione precoce del disturbo, fattore molto importante, permettendo di affrontarne le diverse problematiche strutturando un percorso mirato e integrato».

«In Italia – spiega il professor Bernardo Carpiniello, direttore della Psichiatria del Policlinico Duilio Casula - si stima che oltre due milioni di adolescenti o giovani adulti soffrano di un disturbo alimentare, includendo i casi ad espressività attenuata».

«Circa 10 ragazze su 100 – prosegue il professore - hanno sofferto o soffrono di un disturbo alimentare. La prevalenza dei casi di anoressia riscontrata annualmente è mediamente pari a circa lo 0.5% della popolazione generale, cifra che sale all’1% per la bulimia nervosa e all’1.5% per il DAI».

I disturbi alimentari si possono curare, dice ancora il professor Carpiniello, e «il miglior approccio è un trattamento integrato, multiprofessionale. Da un punto di vista psichiatrico, il trattamento si basa su un approccio di psicoterapia individuale effettuato secondo approcci specifici, unito a interventi di tipo psicoeducativo, e, in casi specifici, di tipo psicofarmacologico».

Gli avvenimenti degli ultimi anni, pandemia e le misure restrittive adottate per contenerla, hanno avuto un effetto devastante e tangibile nella vita di tutti ma in particolare nelle categorie più fragili. Nel 2020 si è registrato un aumento del 30% delle patologie del comportamento alimentare come: anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata in tutte le regioni italiane. Basti pensare che nel biennio 2018-2020 le chiamate al numero verde nazionale “SOS Disturbi alimentari” 800180969 si sono triplicate.


CL

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