Smettere di fumare per vivere meglio e prevenire molte malattie

lunedì 10 gennaio 2022
Giornata nazionale dei diritti dei non fumatori

Torna il 10 gennaio la Giornata Nazionale per i Diritti dei Non Fumatori. L’obiettivo primario della ricorrenza è la prevenzione, nell’ottica di fornire informazioni e sensibilizzare, fumatori e non, sui danni che il tabacco provoca.

«Il fumo di sigaretta – dice il dottor Paolo Serra, allergologo e immunologo del Policlinico Duilio Casula –rappresenta il principale fattore di rischio non solo per malattie neoplastiche, ma anche per altre malattie respiratorie come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), che ha una prevalenza nella popolazione di circa il 5% ed è uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare. I fumatori hanno un rischio di mortalità, a causa di una coronaropatia, superiore da 3 a 5 volte rispetto ai non fumatori». Inoltre, continua: «Una persona che fuma per tutta la vita ha il 50% di probabilità di morire per una patologia direttamente correlata al fumo e la sua vita potrebbe non superare un’età compresa tra i 45 e i 54 anni. Secondo l’OMS, le patologie respiratorie rappresentano la terza causa di morte, precedute solo da quelle cardiovascolari e tumorali. È evidente come il fumo di sigaretta abbia un’incidenza, nefasta appunto, come causa di morte in tutti e tre i gradini del podio».

L’importanza di contrastare l’abitudine al fumo ha portato alla nascita di tante iniziative di prevenzione realizzate a livello nazionale e internazionale, sia da associazioni private che su iniziativa dei governi. L’Italia, con l’entrata in vigore della legge 3/2003 “Tutela della salute dei non fumatori”, è stata il primo grande Paese europeo a introdurre una normativa per regolamentare il fumo in tutti i luoghi chiusi pubblici e privati «con una ricaduta eclatante sull’andamento dei ricoveri ospedalieri per infarto acuto del miocardio e riduzione degli eventi coronarici acuti» dice il dottor Serra.

«Tra il 2004 e gli anni successivi all’introduzione della legge – continua – i valori vanno dal -4% al -13% dei ricoveri per infarto tra le persone in età lavorativa. Dove sta quindi la difficoltà nello smettere di fumare? La dipendenza dalla nicotina contenuta nelle sigarette rappresenta il principale ostacolo: i dati della letteratura scientifica dicono che tale dipendenza risulta essere superiore ad altre sostanze da abuso come l’eroina, la cocaina e l’alcool».

Il sistema di sorveglianza PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), iniziativa dell’Istituto Superiore di Sanità, con il report del quadriennio 2017-20 ha messo in evidenza come la prevalenza dei fumatori in Italia sia pari al 25,2%. La Sardegna è sostanzialmente allineata a questo valore con il 24,5% ma di fatto presenta la più elevata percentuale, tra le regioni italiane, di ex-fumatori con il 28,5% e la più elevata percentuale nazionale pari al 61% degli intervistati che riferisce di aver ricevuto il consiglio da parte del medico di smettere di fumare.

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