Diabete di tipo 2, nuove frontiere per il trattamento della malattia con tecniche e molecole innovative

venerdì 16 luglio 2021
diabete nuove terapie

Tra le nuove terapie per il trattamento del diabete di tipo 2 è stato presentato anche l’utilizzo della terzipatide, attualmente in corso di autorizzazione. I risultati portati dall’utilizzo di questa molecola sono positivi e gli esperti si augurano quindi di aver trovato un'altra potente arma per rendere più facile ed efficace il trattamento del diabete mellito di tipo 2.

Le novità presentate nel corso del Congresso dell'American Diabetes Association e illustrate in Italia nel corso di un webinar della Società italiana di diabetologia (Sid) sono state tante. «Ad oggi - afferma Agostino Consoli, presidente della Società italiana di diabetologia - numerose molecole sono disponibili per il trattamento di questa forma di diabete e sta diventando complesso decidere quale sia la strategia migliore da adottare». Tra gli studi, uno è stato condotto su 5 mila pazienti con diabete di tipo 2 in trattamento con metformina, ai quali, in caso di mancato controllo glicemico, poteva essere aggiunto uno tra glimepiride, sitagliptin, liraglutide e insulina glargine.

A 5 anni di distanza non sono emerse differenze sostanziali sulla glicemia tra i pazienti trattati, anche se la perdita di peso è risultata maggiore con liraglutide e sitagliptin e gli eventi cardiovascolari maggiormente ridotti con liraglutide. «Il terzipatide ha indotto un importante calo ponderale, con una perdita di peso che sfiora i 10 Kg in 40 settimane per questo - prosegue il presidente Consoli - ci auguriamo di avere presto un'altra potente arma per il trattamento delle persone con diabete mellito di tipo 2».

Angelo Avogaro, presidente eletto della Sid afferma «lo scompenso cardiaco è una delle complicanze più frequenti nel paziente con diabete di tipo 2 e si associa spesso anche ad una riduzione della funzione renale, dal momento che i due organi si influenzano reciprocamente».

«Tra i farmaci disponibili per il trattamento del diabete - prosegue Avogaro - le gliflozine, inibitori del riassorbimento renale del glucosio, non solo riducono la glicemia ma proteggono anche il paziente diabetico (e non) dal rischio di scompenso cardiaco».

Sono sempre di più i trattamenti che possono aiutare i pazienti affetti da diabete di tipo 2, considerata una patologia molto diffusa in tutto il mondo. La sua prevalenza è in continua crescita e si prevedono per il 2030 più di 400 milioni di pazienti al mondo. La classificazione ufficiale identifica questo tipo di diabete come un difetto della secrezione insulinica, che può progressivamente peggiorare nel tempo e che si instaura su una condizione preesistente di insulino-resistenza.

Angelo Avogaro evidenzia un aspetto molto importante soprattutto per la prevenzione di questa patologia: dieta e modifiche dello stile di vita hanno dimostrato negli studi di intervento, di poter prevenire almeno la metà dei nuovi casi di diabete di tipo 2.

Un’attività fisica aerobica di moderata intensità della durata di 20-30 minuti al giorno o 150 minuti alla settimana, associato alla perdita del 10% del peso corporeo, riduce l'incidenza del diabete di tipo 2 del 60%. A questo va associata anche una dieta ricca di acidi grassi insaturi (omega 3) che riduce il rischio di sviluppare la malattia.

CL

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